Afrodisiaco
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Posted:Mar 19, 2016 8:34 am
Last Updated:Apr 17, 2024 4:26 pm
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Un afrodisiaco (dal nome della dea greca Afrodite) è una qualsiasi sostanza assunta allo scopo, per lo più presunto, di esaltare la libido o migliorare le prestazioni sessuali (vincere blocchi e riluttanze, aumentare il desiderio, assicurare migliori prestazioni, ecc.). Può essere un elettuario, una pillola o un unguento d'origine vegetale e animale ma può anche consistere in alimenti o bevande eccitanti, tonici o corroboranti (vedi cucina afrodisiaca). Per esempio, è credenza diffusa che le carni rosse siano afrodisiache (e in effetti il colesterolo è un lontano precursore, tramite l'idropiandrosterone, del testosterone, ormone che influisce sulla libido).
I medici greci e romani tendevano a suggerire come afrodisiaci principi blandi e naturali. Lo stesso Ovidio, nell'Ars amatoria, respinge gli afrodisiaci pesanti. Molto considerato nel Medioevo e nel Rinascimento era il diasatirion, ricavato dal Satyrium hircinum, così come la mandragola, specie se raccolta in particolari luoghi e circostanze, mentre nel libertino Settecento si faceva un uso massiccio della polvere di cantaridina, che però sortisce effetti di irritazione e congestione di vie urinarie e genitali, ed è facilmente fatale se si oltrepassa una certa dose in proporzione al peso corporeo del soggetto umano o animale cui venga somministrata. Tali sostanze rivestono solo un carattere di curiosità storica, o in qualche caso conservano un utilizzo in veterinaria.
Diverso è il caso di farmaci e sostanze che, al di là dell'effetto placebo, possono stimolare in senso più generale il desiderio sessuale e/o facilitare l'atto sessuale. Per esempio il testosterone, la yohimbina, la papaverina e altri farmaci per il trattamento dell'impotenza o delle disfunzioni erettili possono considerarsi afrodisiaci, anche se non sempre hanno la capacità di migliorare ulteriormente prestazioni già normali o di indurre il desiderio a prescindere da una preesistente attrazione nei confronti del partner potenziale.
Una svolta in questo senso è stata indubbiamente rappresentata dalla scoperta del sildenafil (commercializzato come Viagra) e da altre molecole analoghe che inibiscono la fosfodiesterasi di tipo 5 (5PDE), coinvolta nel rilassamento della muscolatura liscia, favorendo la erezione dei corpi cavernosi e la sua durata e qualità. Dagli studi compiuti non sembra d'altronde che la loro azione sortisca effetti sessualmente significativi sui pazienti di sesso femminile.
Analogamente l'alcool e talune sostanze psicotrope controllate quali le anfetamine, la cocaina, l'ecstasy o metilendiossimetanfetamina (in particolare nella versione "sextasy" in cui è mescolata con gli inibitori fosfodiesterasi di tipo 5 di cui sopra) possono essere considerati afrodisiaci in quanto rimuovono le inibizioni o provocano stati di eccitazione psichica (sebbene gli effetti collaterali di un abuso di tali sostanze a lungo termine prevedano anche la disfunzione erettile); così come il ginseng, l'eleuterococco e l'arginina vengono presi in considerazione a tal fine per il loro effetto tonico generale.
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Andromimetofilia
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Posted:Mar 2, 2016 3:26 am
Last Updated:Mar 19, 2016 8:34 am
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Significato: attrazione sessuale per le donne che si vestono e si comportano come un uomo, per le figure androgine e per le persone transessuali che hanno effettuato il passaggio dal sesso femminile a quello maschile.
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Massaggio prostatico
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Posted:Jan 12, 2016 12:27 pm
Last Updated:Apr 17, 2024 4:26 pm
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È utilizzato anche come pratica erotica ed è in questo caso nota come mungitura della prostata (dall'inglese prostate milking) o postillonage. Il massaggio prostatico come pratica erotica trova le sue radici in Giappone. Qui veniva praticato dalle mogli per migliorare la salute sessuale del partner: era stato notato infatti che una pratica regolare del massaggio sessuale riduceva notevolmente la sterilità maschile, ma anche la prostite e l’ipertrofia prostatica perché il massaggio prostatico aiutava a drenare quei residui di sperma contenuti nella prostata e che possono essere causa di disturbi. La sollecitazione della prostata (o punto [senza fonte] può notevolmente migliorare la qualità e l'intensità dell'orgasmo raggiunto dall'esperienza sessuale.
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PRATICHE SESSUALI ESTREME: IL TRAMPLING
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Posted:Dec 12, 2015 8:18 am
Last Updated:Dec 13, 2015 4:34 pm
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La definizione di Trampling può essere fatta risalire al verbo inglese “to trample” che in italiano significa calpestare. Associare questo comportamento alla sessualità evidenzia una pratica “estrema” dove l’individuo si procura una certa eccitazione facendosi calpestare dal partner, spesso a piedi nudi, ma anche facendogli indossare particolari tipi di scarpe. Come si può osservare dalla semplice descrizione sono evidenti due particolari comportamenti parafilici descritti precedentemente: il masochismo e il feticismo. È questa una parafilia complessa che vede coinvolti molto di più gli uomini delle donne. L'eccitazione é raggiunta dalla combinazione del fattore dolore e da quello umiliazione, questo si ricollega generalmente ad un tipico rapporto di BDSM dove vi è una partner che funge da dominante Mistress (padrona in inglese) ed un partner sottomesso o schiavo dell'altro (Slave). Il trampling con tacchi alti, particolarmente apprezzato, è potenzialmente pericoloso specie se praticato sulla schiena a causa della fragilità delle ossa. Il rischio fratture e/o incrinature è alto tanto quanto quello di lasciare segni indelebili sull'uomo che viene calpestato. Spesso gli uomini che amano praticare tale comportamento sessuale “estremo”, quando non riescono a metterlo in atto con la propria partner, ripiegano nella fruizione di materiale video particolarmente florido soprattutto nel commercio in internet. I protagonisti del trampling ricalcano pienamente una relazione di coppia di tipo asimmetrico facilmente riconducibile ai rapporti sadomasochisti. Infatti, i componenti della coppia sottolineando il valore gerarchico del potere, si dividono in una Mistress tendenzialmente “sadica” che calpesta e uno Slave “masochista”, che si eccita per il piacere attivo legato alla sottomissione (farsi calpestare).
Visto che nella maggior parte dei Trampler è presente il desiderio di voler essere solamente calpestati, il fatto di sentirsi schiacciare parti del corpo (quelle preferite sono il torace, l’addome e i genitali) è fondamentale alla loro eccitazione. In questo tipo di coppia i ruoli sono già definiti: uno guida e l’altro esegue. Vista la complessità e la difficoltà ad inquadrare chiaramente tale parafilia (si ricorda che nel DSM IV TR non è citata e quindi può essere inclusa nelle parafilie altrimenti non specificate), credo sia necessario comprenderla nella pratiche BDSM evidenziandone probabilmente un comportamento “egoistico” del trampler, che fa emergere nell’individuo una spiccata personalità narcisistica. Dall’analisi del materiale disponibile sul web di siti esclusivamente legati alle pratiche BDSM e dove la pratica del trampling è una delle più amate, si evince che, mentre viene calpestato, il “Sub” (Submissive) spesso trae godimento dalla vista del “Dom” (Domination) che incombe sopra di lui. Il fatto che la donna dominante indossi stivali o scarpe particolari, questo può, anzi diventa uno stimolo visivo di grande fascino. Se il calpestamento a piedi nudi è difatti un contatto diretto tra i due, e la scarpa è di per sé un primo elemento di distacco e distanza, essa diventa anche simbolicamente un ulteriore stadio intermedio tra il sottomesso sdraiato al suolo e il suo dominante che gli cammina sopra (Ayzad, 2004). The last but not the least lo schiacciamento sarà totalmente in mano al “Dom” che potrà decidere se il trampling (e nello specifico quello sui genitali) seguirà una stimolazione tesa ad eccitare il trampler nella sua umiliazione, piuttosto che uno strumento per imporre sofferenza. In accordo con la finalità prescelta, o magari variando dall’una all’altra, il “Dom” gestirà il proprio peso. Qualora vi fosse la presenza di scarpe, soprattutto se con un tacco a spillo, ne dovrà gestire le caratteristiche. Un tacco sottile può essere usato per pungere o procurare lievi ferite, un tacco quadrato e duro può venire premuto fino a fare anche molto male, si può indugiare su parti più sensibili come i capezzoli o i genitali, oppure calpestare con pressione dosata parti del corpo che procurano inteso dolore come il dorso delle mani. Riguardo alla scelta delle parti del corpo da calpestare, considerando che ogni trampler può avere la propria zona prediletta, può essere utile fare delle interpretazioni: calpestare il palmo delle mani è un simbolo molto intenso, come di invasione, mentre premerle sul dorso è estremamente doloroso. Calpestare un piede nudo con la suola di uno stivale è indubbiamente un chiaro simbolo di sopruso, oltre che altrettanto doloroso come il dorso della mano stessa. Infine, la più chiara immagine di sottomissione si ha calpestando la testa o il volto. Dai video reperibili on-line si evince che la pratica del trampling è strettamente legata ad uno stato primario di eccitazione. Infatti, nella maggior parte delle immagini presentate è difficilissimo osservare un’evoluzione che, dalla pratica erotico estrema del trampling, giunga all’atto sessuale completo, ovvero al piacere orgasmico. Quello che si osserva è tipicamente un piacere fisico, un’eccitazione limitata all’azione dello schiacciamento, e a volte la risposta dell’erezione dell’uomo viene percepita solamente da semplici trasformazioni “volumetriche” degli indumenti intimi che avvolgono le zone genitali. Molte persone che amano questo tipo di pratica si eccitano nell’immaginare, ovvero osservare video traendo da questi l’eccitazione e la forza necessarie per intraprendere un rapporto sessuale completo soddisfacente. Quando il presunto trampler sente il bisogno costante di osservare o praticare lo schiacciamento per ottenere una “sicura” eccitazione sessuale, può essere vittima di un comportamento parafilico di tipo disfunzionale. Per concludere questa panoramica sui comportamenti parafilici estremi e “non altrimenti speficicabili” si fornisce un accenno ad una pratica che oltre a coinvolgere il sado-masochismo e il feticismo integra perfettamente anche la zoofilia. E’ quella definita del crusching o squishing, che in America è stata perseguita da una legge federale (106-152 (Title 18, Section 4 del 1999 in quanto tale pratica manifestava una crudeltà gratuita nei confronti di alcuni animali. I crush o squish video rappresentano donne che vengono riprese in un’azione di schiacciamento di alcuni piccoli animali (topi, rane, pulcini, conigli nani…). Il piede della donna nudo, ovvero con una scarpa con un tacco a spillo, calpesta delicatamente l’animale terminando però con l’uccisione dello stesso. Questa pratica estrema veniva utilizzata da alcuni uomini riprendendo la scena con una videocamera e provandone particolare eccitazione e piacere.
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Zentai
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Posted:Nov 15, 2015 7:34 am
Last Updated:Dec 12, 2015 8:18 am
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Zentai (in giapponese ゼンタイ) è un termine utilizzato per indicare un abito aderente che copre il corpo intero.[1] Questo genere di abbigliamento viene più comunemente realizzato utilizzando materiali quali lycra, spandex, cotone, lana e fibre metalliche.[2]
Nel teatro tradizionale giapponese del Bunraku i burattinai sono soliti indossare una specie di calzamaglia nera in modo da confondersi con lo sfondo, evitando di distogliere l'attenzione degli spettatori durante lo spettacolo delle marionette. In ambito artistico, anche i ballerini di danza moderna fanno uso di abiti aderenti in modo da enfatizzare i loro movimenti armonici. Nell'industria cinematografica gli abiti in stile zentai sono utilizzati dagli attori durante la ripresa di scene alle quali devono essere aggiunti degli effetti speciali, quali ad esempio quelli in cui viene sfruttato il chroma key oppure in cui l'attore viene fatto scomparire con la rielaborazione digitale. La NASA sta sviluppando una speciale tuta spaziale aderente in grado di rilevare i parametri biologici di chi la indossa.[2]
Lo zentai è considerato da alcune persone una forma di espressione artistica, rendendosi fisicamente anonimi con appositi modelli di abiti che coprono dalla testa fino ai piedi (molto spesso compresa la faccia) e risaltano per la loro originalità e per i colori sgargianti.[2] Tra i temi favoriti di questo genere di costumi spiccano gli animali, i supereroi e i temi astratti. Quando sopra a questo tipo di abbigliamento viene indossata una maschera per somigliare a un personaggio dei cartoni animati ci si riferisce al kigurumi.
Lo zentai ha anche un ruolo nelle subculture fetish e BDSM. Abiti così aderenti di questo genere, fatti in materiale quali il PVC e la gomma, si prestano particolarmente a generare la sensazione di una "seconda pelle". Altre persone considerano lo zentai come una forma di bondage, esistono perfino indumenti in grado di bloccare mani e gambe realizzando una mummificazione.[3]
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Gerontofilia
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Posted:Oct 11, 2015 9:33 am
Last Updated:Nov 15, 2015 7:35 am
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La gerontofilia deriva dal greco geron che significa anziano e philia cioè amore, affinità. Indica l'attrazione sessuale specifica, tendenzialmente esclusiva, verso persone anziane da parte di persone molto più giovani.[1] È considerata una perversione sessuale, una parafilia [2] in quanto il soggetto è sessualmente attratto solo ed esclusivamente da persone anziane. Tale forma di attrazione può assumere un carattere aggravante nel caso in cui il soggetto anziano sia incapace di intendere o volere oppure costretto a subire forme di sessualità (ad es. stupro) rispetto alle quali esso non sia consenziente. È interpretata come equivalente edipico.[1]
Nel linguaggio comune il termine gerontofilia assume un significato diverso e definisce quel tipo di relazione che lega una persona particolarmente giovane, più frequentemente una donna, a un'altra di età molto più avanzata.
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BBW
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Posted:Sep 20, 2015 10:14 am
Last Updated:Oct 11, 2015 9:33 am
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Il neologismo inglese Big Beautiful Woman (letteralmente "donna grossa bellissima", abbreviato spesso con la sigla BBW) si usa per definire o indicare l'attrazione sessuale verso le donne in sovrappeso od obese.
I termini "Big Beautiful Women" e "BBW" furono coniati nel 1979 dalla giornalista statunitense Carole Shaw, che nello stesso anno creò BBW Magazine, una rivista di moda dedicata alle "taglie forti" tipiche delle donne in carne[1].
Il concetto di BBW è chiaramente soggettivo: non esiste un metro di valutazione scientifico per determinare quali signore appartengono alla categoria e quali no. Tutto dipende quindi dalle opinioni personali e pertanto può capitare che vengano definite BBW sia donne leggermente in sovrappeso sia donne estremamente grasse.
Nei paesi anglosassoni vengono utilizzati due sinonimi della locuzione BBW, che differiscono dal significato originale solo per delle sfumature:
Full-figured o Rubenesque: la seconda parola deriva dal pittore fiammingo Peter Paul Rubens, che amava ritrarre ragazze molto formose. Voluptuous e zaftig: questi termini indicano donne molto formose, rotondeggianti e sensuali, dal seno molto pronunciato e dai fianchi larghi.
Sebbene teoricamente il termine BBW sia protetto da copyright, in quanto titolo del magazine sopra citato, col passare degli anni è stato utilizzato dalle donne che rivendicano con orgoglio le loro rotondità e che si autodefiniscono "BBWs".
Il termine ha avuto più successo dei suoi sinonimi perché le donne che lo adottavano non necessariamente avevano seno abbondante e fianchi larghi. Molte donne sono contente di essere definite BBW perché lo ritengono un complimento, a differenza degli aggettivi "grassa" e "cicciona" che invece hanno una connotazione dispregiative; altre tuttavia ritengono questo neologismo un inutile eufemismo.
BBW è comunemente usato anche dal movimento per l'accettazione del grasso (NAAFA) [2], che si batte contro la discriminazione delle persone obese. Oramai BBW è un sigla che viene usata sempre più di frequente negli annunci personali e nelle auto-descrizioni.
Ancora, il termine BBW viene usato anche per indicare gli eventi specificamente mirati a queste donne (e gli uomini interessati a loro) come ad esempio serate a teme in discoteche, negozi di vestiti, ristoranti ecc. Ciò viene sia per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'argomento, sia per rendere più attive le BBWs (ed evitare che qualcuna di esse non accetti la propria fisicità), sia per cementare la creazione di un nuovo gruppo sociale compatto e coeso.
Esistono numerosi siti internet dedicati al mondo del BBW: molti di essi sono ideati da uomini, i quali possono essere ammiratori delle femmine extra-large. Nel mondo del web sono presenti anche spazi con tematiche molto serie: spesso viene presa di mira l'industria dedicata ai prodotti per la perdita di peso e le donne vengono invitate a decidere autonomamente se ricorrere ad una cura dimagrante o meno, senza farsi condizione dai (pre)giudizi della società.
Hanno fatto la loro comparsa anche siti porno che danno la possibilità di acquistare film vietati ai minori in cui le protagoniste sono donne in carne. Questo sottogenere della pornografia cinematografica, un tempo di nicchia, si sta espandendo velocemente.
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Strap-on dildo
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Posted:Aug 29, 2015 9:34 am
Last Updated:Apr 17, 2024 4:26 pm
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Uno strap-on dildo (anche detto strap-on, o dildo indossabile) è un dildo disegnato per essere indossato (mediante un'imbracatura) per rapporti anali, orali, vaginali e per quant'altro provochi desiderio e/o piacere, a prescindere dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere e dal sesso dei partecipanti.
Nei rapporti omosessuali è molto frequente l'uso da parte di coppie lesbiche, ma anche tra uomini.
Nei rapporti etero comunemente viene usato per praticare il pegging. Un uomo può utilizzare uno strap-on con una donna in caso di impotentia coeundi o impotenza sessuale in sostituzione del proprio membro. Un altro uso, con una donna, può essere per effettuare invece una doppia penetrazione o per penetrare più partner. Una donna può utilizzare uno strap-on con un uomo per penetrarlo analmente, o anche per un rapporto orale in differita (in cui attraverso l'uso orale del dildo da parte dell'uomo viene stimolata la clitoride della donna).
Anche nelle pratiche BDSM "sadico/masochiste" la mistress o il master indossa lo strap-on per utilizzarlo sul/la proprio/a schiavo/a o slave.
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Enema
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Posted:Jul 11, 2015 1:49 am
Last Updated:Jul 12, 2015 2:25 am
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An enema; plural enemata or enemas) or clyster, is a fluid injected into the lower bowel by way of the rectum.
The most frequent use of an enema is as a cleansing enema (also called a soapsuds enema) which is given to relieve constipation or for bowel cleansing before a medical examination or procedure.
In standard medicine an enema may also be employed as a lower gastrointestinal series (also called a barium enema), to check diarrhea, as a vehicle for the administration of food, water or medicine, as a stimulant to the general system, as a local application and, more rarely, as a means of reducing temperature as treatment for encopresis, and as rehydration therapy (proctoclysis) in patients for whom intravenous therapy is not applicable.
Enemas have been used as part of some alternative health therapies. They are also used to administer certain medical or recreational drugs and for other purposes.
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Bukkake
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Posted:Jun 13, 2015 3:41 am
Last Updated:Aug 29, 2015 9:34 am
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Il bukkake , dal giapponese bukkakeru ( lett. bagnare, colare), è una pratica di sesso di gruppo in cui più uomini eiaculano a turno o insieme su una persona, spesso inginocchiata[1]; talvolta può coincidere con l'ingestione di sperma[2]. Tale pratica è prevalentemente in uso in certi generi di nicchia della cinematografia pornografica, e talvolta in tali scene sono coinvolti decine di partecipanti di sesso maschile
Il sostantivo bukkake deriva dal verbo bukkakeru , composto di butsu e kakeru , rispettivamente colpire e versare, da cui il significato di spruzzare[3], versare con forza[4].
In lingua giapponese il termine viene utilizzato anche per indicare una pietanza servita con la sola aggiunta di brodo caldo. In particolare, fa riferimento a un modo particolare di servire la soba (in tal caso si parla di bukkake soba o kake soba)[5].
Il bukkake è stato rappresentato per la prima volta in un film porno a metà del 1980 in Giappone.[2] Uno fra i maggiori fattori della diffusione di tale pratica in forma pornografica è stata la censura obbligatoria dei genitali in Giappone6] infatti i genitali devono essere accuratamente mascherati tramite la deformazione dei pixel.[6] Uno dei maggiori effetti di tale norma è che in Giappone la pornografia concentra maggiormente l'attenzione sul viso e il corpo delle attrici, molto meno che sui loro genitali.[6] Tuttavia, lo sperma non è oggetto di censura, per cui lo si è utilizzato come espressione di eventuali situazioni pornografiche.[6]
Nella pornografia giapponese il primo film conosciuto in cui sono presenti scene di bukkake è stato Mascot Note , nel cui cast è annoverata Matsuoka Aiko, realizzato nel dicembre 1986. Prima di questo film, si parlava semplicemente di gansha (eiaculazione facciale). Comunque, la popolarità del bukkake è accreditata al regista Kazuhiko Matsumoto nel 1998.[6]
La pratica è poi passata dal Giappone agli Stati Uniti d'America (e da qui all'Europa), dopo che alcuni produttori pornografici statunitensi scoprirono dei filmati giapponesi di bukkake sul finire degli anni novanta.[2][7] Per i produttori pornografici occidentali, il vantaggio di produrre film con bukkake consiste nel fatto che è necessario pagare soltanto un'attrice professionista: gli altri attori di sesso maschile generalmente sono dei partecipanti amatoriali, per cui i loro compensi hanno un costo decisamente minore.[7]
La pratica si è poi diffusa anche nella pornografia omosessuale: analogamente al bukkake che coinvolge una donna e un gruppo di uomini, in un bukkake omosessuale numerosi uomini eiaculano su un unico uomo.[8] Anche la pornografia lesbica ha il proprio bukkake: in questo caso le attrici orinano in successione su un'unica ragazza.
Il bukkake è meno popolare di altri generi pornografici di nicchia, forse perché nella pornografia l'atto di eiaculare in viso alla partner è il momento culmine della scena, piuttosto che l'evento "principale".[7]
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BDSM
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Posted:May 31, 2015 7:46 am
Last Updated:Apr 17, 2024 4:26 pm
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Il termine BDSM identifica una vasta gamma di pratiche relazionali e/o erotiche che permettono di condividere fantasie basate sul dolore, il disequilibrio di potere e/o l'umiliazione tra due o più partner adulti e consensienti che traggono da queste soddisfazione e piacere.
BDSM è infatti un acronimo che sta per:
Bondage & Disciplina (B&D) Dominazione & Sottomissione (D/s o Ds) Sadismo & Masochismo (S&M o SM)
Molte sono le pratiche che possono essere ricondotte a queste macrocategorie, e ogni persona potrebbe essere interessata solo ad una o a molte di esse, per questo motivo chi ha l'intenzione di iniziare a fare BDSM con un nuovo partner solitamente apre un aperto confronto sui reciproci gusti, arrivando in alcuni casi a dettagliate contrattazioni di quanto si andrà a fare.
Un rapporto BDSM, che sia l'incontro di una volta o una vera e propria relazione strutturata nel tempo, prevede una parte che ha il controllo sull'altra. La prima cosa che ogni persona interessata al BDSM è quindi chiamata a scegliere è se vuole essere la persona Dominante o la persona sottomessa. Le persone che sono interessate ad entrambi i lati del rapporto sono chiamate switch. Uno switch può scegliere di avere un rapporto nel ruolo di Dominante con una persona e di sottomesso con un'altra (contemporaneamente o in momenti diversi della sua vita), oppure scegliere di cercare un (o più) partner switch con cui vivere una fluidità di ruoli.
Il rapporto tra un Dominante e un sottomesso viene chiamato D/s.
In realtà però Ds è solo una parte dell'acronimo ed alcune persone sono interessate solo ad alcuni degli altri aspetti. Le persone interessate a realizzare pratiche del BDSM ma senza creare dinamiche di Dominazione e sottomissione vengono chiamate Top (se apprezzano il ruolo attivo) o Bottom (per chi preferisce subire).
Al contrario si chiamano Master o Mistress, in italiano Padrone o Padrona, le persone con una relazione continuativa nel tempo in cui la parte Ds è preponderante. Il loro corrispettivo è slave, ossia schiavo o schiava.
Il BDSM ha come sua regola base il consenso pieno di entrambe le parti. Si tratta di pratiche erotiche che anche se talvolta ad uno sguardo esterno possano apparire come atti di violenza sono invece desiderate da tutti i coinvolti. Nel BDSM, e perché si possa chiamarlo tale, non c'è costrizione, coercizione o plagio. E' un accordo paritario tra persone consapevoli, e anche se successivamente questo accordo può venire a sancire la sottomissione di una parte all'altra, deve restare sempre la possibilità di cambiare idea in qualunque momento e per qualunque motivo. A questo scopo è molto utile ed usato l'uso di accordarsi su una parola di sicurezza, in inglese safeword, che funga da segnale inequivocabile la decisione di interrompere la dinamica.
Il fine ultimo resta il benessere di tutti. Benessere che non sempre o non necessariamente equivale ad un soddisfacimento sessuale, dal momento che in alcune persone è proprio la frustrazione, la sofferenza o il dolore a procurare un intenso piacere mentale, o l'idea che il proprio piacere non sia garantito ma dipenda dall'arbitrio di un'altra persona.
Nel corse del tempo in tanti si sono cimentati nel tracciare il quadro etico dentro il quale inserire il BDSM . Tra tutti va menzionata la famosa formula coniata dall'attivista David Stain nel 1984: ''Safe, Sane, Consensual'', che può essere tradotta in italiano con ''Sicuro - Sano di mente - Consensuale'', con lo scopo: [1]
« di distinguere il tipo di S&M consensuale a cui ero interessato da quello abusivo, criminale, nevrotico e autodistruttivo generalmente associato con il termine sadomasochismo. » La sigla SSC ebbe un enorme successo fino a diventare una bandiera.
Nel 1999 era ormai ovunque, ma un altro attivista del BDSM, Gary Switch, trovava che molte persone si nascondessero dietro una definizione di sano e sicuro falsamente assoluta, invece di riflettere di volta in volta su questi concetti invece sempre dubbi e approssimati (niente può essere sicuro al 100. Così propose la sigla RACK "Risk Aware Consensual Kink" traducibile come "gioco erotico consensuale con consapevolezza del rischio".
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sesso anale
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Posted:Apr 12, 2015 2:56 am
Last Updated:Apr 17, 2024 4:26 pm
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Rimuovete i vostri tabù e lasciatevi andare al piacere. Sotto le lenzuola questa è la legge. Non a caso le nonne dicevano «a tavola e a letto nessun rispetto». E se la regola valeva nei secoli scorsi, perchè non tenerla viva anche oggi? Eppure ci sono donne molto restie al sesso anale, lo vivono come una mancanza di rispetto, come una sottomissione. Ma è tutta una questione di testa, perchè il piacere è piacere, a meno che non ci siano problemi fisici. La zona anale, infatti, è ricca di terminazioni nervose erotiche e sarebbe proprio la stimolazione dell’ampolla rettale a generare piacere. Non a caso è una pratica da sempre sperimentata, fin da tempi dei romani.
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MILF
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Posted:Sep 29, 2013 3:38 am
Last Updated:Apr 17, 2024 4:26 pm
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Esso ha trovato una notevole diffusione nell'ambito della pornografia, in particolare diffusa via Internet; il termine, in questo ambito, è utilizzato per definire foto e video nelle quali ci sono donne di età non più giovanissima, ma neppure troppo avanzata (queste ultime vengono infatti classificate come mature o, se in età avanzata, granny), con evidente riferimento all'età media in cui una donna è già diventata madre di uno o più figli, ma tuttavia mantiene un aspetto fisico considerato ancora sessualmente appetibile, indicativamente tra i 35 e i 45 anni. In genere, in questo tipo di filmati è posta molta enfasi sulla procacità delle modelle o attrici che vi compaiono. Il riferimento implicito è al termine slang (originariamente afro-americano) motherfucker, che indica una persona tanto spregevole da scoparsi la propria madre (mentre MILF invariabilmente indica la madre di qualcun altro). Una delle situazioni tipiche che spesso caratterizza i porno MILF gioca sull'insoddisfazione o l'irrequietezza sessuale di una donna non più giovanissima, ma ancora attraente (similmente a ciò che accade, in maniera decisamente più soft, nella serie televisiva Desperate Housewives). Il successo del genere è stato ampio: secondo una recente inchiesta della stampa di settore, circa il 25% delle produzioni porno statunitensi ormai è da ascriversi al MILF.[senza fonte] Le stesse attrici porno sembrano apprezzare il fenomeno, che sempre più rappresenta una significativa possibilità per il prolungamento della carriera.
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